ANSA, em 25/10/2013
Si cercano in Amazzonia le armi in grado di combattere i batteri super-resistenti agli antibiotici. L’analisi della molecole naturali prelevate dalle piante della foresta è già cominciata da parte dei Laboratori associati internazionali (Lia), una collaborazione fra l’Istituto Francese di Biologia Strutturale (Ibs) di Grenoble e il Laboratorio Nazionale di Bioscienze e il Centro Nazionale per la Ricerca in Energia e Materiali (CNPEM), entrambi a Campinas in Brasile.
Dallo stafilococco aureo, responsabile di molte infezioni, allo pneumococco che causa la polmonite, molti batteri, spiega Cecile Morlot dell’Ibs e del Centro nazionale per la ricerca scientifica francese (Cnrs), soprattutto negli ultimi 10 anni hanno imparato a difendersi dagli antibiotici modificando le proteine che erano bersaglio dei farmaci. In pratica i batteri hanno modificato la forma di queste proteine in modo da non far entrare la molecola del farmaco. Per questa ragione, spiega, noi siamo alla ricerca di nuovi bersagli e studiamo come i batteri crescono e si riproducono, per cercare di bloccare il processo individuando i punti deboli del batterio.
Ma trovare il tallone d’Achille di questi microrganismi che causano ogni anno moltissime vittime in tutto il mondo è solo la metà del lavoro poi bisogna cercare le molecole che riescono a combatterli. Per tale obiettivo, nell’ambito della collaborazione con il Brasile è cominciato un lavoro di ricerca sulle molecole naturali estratte da alcune piante della foresta Amazzonica. L’Amazzonia, sottolinea Morlot , è una risorsa inesplorata e i ricercatori sperano di trovare lì le molecole naturali capaci di contrastare questi batteri perché “le sostanze naturali, a differenza delle molecole sintetizzate in laboratorio hanno il duplice vantaggio di essere più solubili nell’organismo e meno tossiche”.
Repercussão: L’Eco di Bergamo,